Che cosa si intende per latte crudo? Si tratta del latte che, subito dopo la mungitura, non viene sottoposto ad alcun tipo di trattamento, in particolare dal punto di vista termico. Questo tipo di latte viene spesso considerato genuino, proprio perché non è stato sottoposto a processi industriali. Ma è davvero così sicuro come si pensa?
Latte crudo: ci sono dei rischi?
È certo che il latte crudo contiene una notevole quantità di batteri benefici, come confermato anche dall’Istituto Superiore di Sanità. Inoltre, può avere effetti positivi sulla digestione, grazie anche alla presenza di enzimi e vitamine che si conservano proprio perché il latte non viene trattato termicamente.

D’altro canto, però, il consumo di latte crudo può comportare dei rischi legati allo stato di salute degli animali, alle possibili contaminazioni durante la mungitura e alle modalità di conservazione del prodotto. Sono tutti aspetti a cui occorre prestare molta attenzione e che non vanno mai sottovalutati.
Diversi studi hanno evidenziato che il latte crudo può essere veicolo di batteri patogeni, come la salmonella o l’Escherichia coli. Questi microrganismi possono provocare infezioni, talvolta anche con sintomi lievi, ma che in alcuni casi possono diventare gravi e persino mettere a rischio la vita.
Vendita del latte crudo: cosa dice la legge
È importante sapere che la vendita del latte crudo può essere soggetta a restrizioni, soprattutto quando è destinato al consumo umano diretto. Ai consumatori che scelgono di acquistarlo viene generalmente raccomandato di bollirlo, adottando metodi sicuri che ne garantiscano la salubrità e riducano i rischi.

In Italia, con l’entrata in vigore del cosiddetto “pacchetto igiene”, la vendita del latte crudo è consentita, ma il suo consumo è regolamentato per tutelare la salute pubblica e prevenire lo sviluppo di infezioni. Si tratta di una misura di protezione fondamentale.
Per legge, su ogni bottiglia o contenitore di latte crudo deve essere chiaramente riportata la dicitura: “da consumarsi solo dopo bollitura”. Questa indicazione deve essere ben visibile, per informare correttamente il consumatore e prevenire qualsiasi tipo di rischio.
Consigli per il suo consumo
Il latte, appena prodotto dalla ghiandola mammaria, è privo di germi o batteri pericolosi. Tuttavia, le contaminazioni possono verificarsi facilmente, ad esempio attraverso il contatto con superfici non igienizzate, favorendo così la trasmissione di microrganismi potenzialmente dannosi. Ma non è tutto: ci sono altri aspetti da considerare.

La refrigerazione immediata del latte appena munto può rallentare la crescita dei germi eventualmente presenti, ma non è sufficiente a eliminarli completamente. È importante esserne consapevoli e non abbassare mai la guardia.
Bollitura e pastorizzazione rappresentano trattamenti termici fondamentali, in grado di eliminare o ridurre sensibilmente il rischio di infezioni causate da batteri. Questo vale soprattutto se si acquista il latte crudo dai distributori automatici: la bollitura è un passaggio imprescindibile, da non trascurare mai.
Per concludere
Il consumo di latte crudo non è mai raccomandato senza una preventiva bollitura, motivo per cui sulle confezioni è obbligatorio riportare l’avvertenza: “da consumarsi dopo la bollitura”. Questa precauzione vale sia per gli adulti che, ancor di più, per i bambini, che sono particolarmente vulnerabili a causa delle difese immunitarie ancora in fase di sviluppo.

Consumare latte crudo può offrire alcuni benefici grazie alla presenza di batteri utili, ma espone anche al rischio di contrarre infezioni che, sebbene spesso lievi, possono evolvere in forme più gravi nel tempo.
Infine, è importante ricordare che i rischi legati al consumo di latte crudo riguardano anche i formaggi prodotti con questo tipo di latte. Il consumo di tali prodotti è sconsigliato per bambini in età prescolare, donne in gravidanza, anziani e persone immunodepresse, tutte categorie particolarmente sensibili e a rischio.