
Il compostaggio è una attività sempre più comune anche presso i comuni cittadini, e che deriva da quello industriale, ha infatti un doppio ruolo molto importante per lo smaltimento di vari tipi di rifiuti ed al tempo stesso ottenere un composto utile per varie condizioni, ad esempio come elemento nutriente per il giardino.
Ma come farlo senza errori?
Il “perchè” del compostaggio
Il termine compostaggio, dal quale deriva anche naturalmente quello del compost, è legato alla trasformazione controllata, attraverso un processo naturale, di numerosi elementi organici, che attraverso vari processi chimici e fisici come ad esempio l’ossidazione, trasformano gli elementi in qualcosa di maggiormente “smaltibile” dall’ecosistema ma che possono anche diventare utili.

Il compost infatti è la risposta “naturale” al concetto di riciclo: sempre più persone che sono munite di giardino oppure un orto fanno ricorso ad uno spazio o un contenitore specifico per ottenere un prodotto utile ad aumentare la fertilità del proprio spazio verde, senza fare ricorso a prodotti artificiali, al tempo stesso riducendo i rifiuti organici.
Si tratta di qualcosa che ha quindi una doppia forma di utilità , e non è affatto complicata da effettuare, ed è molto utile anche per una condizione di responsabilizzazione del riciclaggio di vari elementi che solitamente sono semplicemente gettati nella spazzatura, ovviamente nel contenuto dell’umido.
Come fare il compostaggio senza reali errori?
Gli errori legati al contenitore per il compostaggio
Il primo errore, decisamente frequente è non dare la giusta importanza al contenitore che andremo a sviluppare per ottenere il compost. Questo può essere un bidone oppure una cassetta, l’importante è optare per qualcosa che garantisce il costante passaggio di aria, essenziale per l’ossidazione, che favorisce la trasformazione degli scarti in compost.

Il posizionamento è importante: deve trovarsi in un luogo mite, mediamente caldo, possibilmente non troppo vicino la nostra casa e non sotto il sole (altrimenti potrebbe causare cattivi odori e far marcire gli elementi), ma anche al riparo dalla presenza di animali potenziali ma anche di insetti che sono ovviamente attratti da elementi organici.
Il contenitore scelto deve essere sufficientemente pratico da spostare e comodo da essere svuotato, anche perchè almeno una volta al mese (in media) il contenuto andrà rivoltato, oltre che essere sottoposto all’aggiunta di altri elementi sia organici, così come inerti, ad esempio scarti secchi per ridurre l’umidità .
Il contenitore deve trovarsi in una condizione stabile, abbastanza calda ma non sotto i raggi solari costanti.
Cosa inserire nel compost?
Naturalmente tutti i principali scarti alimentari, quindi da cucina, facendo però attenzione a prodotti come carne e pesce, che possono scatenare odori sgradevoli ed attirare insetti ed altri animali. Il formaggio va evitato così come prodotti troppo lavorati, quindi non ad elementi stagionati, con bucce artificiali, oltre ad evitare gli avanzi dei cibi cotti.

Verdure, frutte di stagione, evitando quelle esotiche (quindi non esagerare con le bucce di banana, papaya, mango e quant’altro), scarti di legno ed erba (non troppo umidi, ma anzi abbastanza secchi), pezzi di carta e cartone non verniciati e dipinti e fatti a pezzi piccoli, sono tutti utili per ottenere un buon compost.
Non utilizzare prodotti inerti che non sono facili da smaltire, quindi lettiere per gatti, ok a quantità moderate di tuberi, gusci d’uovo sminuzzati, così come fondi di caffè e tè. Il tutto deve essere inserito in pezzi non troppo grandi, ricordando di non fare ricorso a scarti di alcune piante, come noce, quercia e castagno, che rallentano il processo di trasformazione.
Come riconoscere il compost
Solitamente, in condizioni giuste, il compost tende a trasformarsi in un materiale adatto e sufficientemente omogeneo dopo almeno due mesi abbondanti. Deve presentare un aspetto scuro, simile al terreno, ma leggermente più grezzo.
Per risultati ottimali conviene creare dei “semi strati” composti da materiali organici ed intervallati da altri secchi ed inerti.

Un errore comune è quello di non rivoltare, almeno una volta alla fine di ogni stagione (se non due, almeno) il contenuto della compostaia, così da miscelare con un rastrello o una pala e ridare ossigeno all’insieme.
Soprattutto all’inizio può essere difficile trovare un equilibrio tra gli elementi, in quanto il compost deve essere non troppo umido ma neanche troppo secco.
Utilizzando un guanto ed afferrando un po’ di compost, possiamo comprenderne la consistenza, se tende a generare umidità , è ovviamente troppo umido, se tende a sfaldarsi è invece troppo secco.
In caso di umidità eccessiva conviene ribaltare il compost ed aggiungere un po’ di materiale secco (anche la muffa può generarsi in condizioni simili).