Ricevi soldi dall’estero? Scopri cosa devi sapere su tasse e dichiarazione per non rischiare grosso

Al giorno d’oggi, ricevere somme di denaro dall’estero è una pratica sempre più diffusa. Si pensi, ad esempio, ai pensionati che hanno trascorso molti anni di lavoro all’estero e che, una volta rientrati in Italia, continuano a percepire la pensione dal paese straniero; oppure alle donazioni tra familiari, ai redditi generati da investimenti internazionali e a molte altre situazioni simili. Sebbene non tutte le somme ricevute dall’estero siano automaticamente soggette a tassazione, è spesso opportuno segnalarle per evitare possibili contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Chi deve dichiarare?

In linea generale, chi ha la residenza fiscale in Italia è tenuto a dichiarare tutti i redditi prodotti, sia in Italia che all’estero. Questo principio riguarda anche i redditi di fonte internazionale. È importante ricordare che la residenza fiscale non sempre coincide con quella anagrafica: secondo la normativa italiana, si è considerati fiscalmente residenti se si vive in Italia per almeno 183 giorni all’anno.

Immagine selezionata

Nel caso in cui si riceva una somma di denaro come regalo, compenso o pensione da un paese estero, occorre tenere presente che si possono generare diversi obblighi fiscali. Ad esempio, un bonifico proveniente da un familiare residente all’estero può essere esente da tassazione, ma solo se rientra entro determinati limiti; se tali trasferimenti sono frequenti o di importo elevato, potrebbero essere oggetto di controlli antiriciclaggio.

Chi percepisce invece redditi da lavoro autonomo o dipendente svolto all’estero deve valutare attentamente le detrazioni spettanti, gli obblighi di monitoraggio fiscale e le convenzioni contro la doppia imposizione. In particolare, il quadro RW della dichiarazione dei redditi è lo strumento da utilizzare per segnalare investimenti e attività finanziarie detenute all’estero.

Esenzioni e tasse

Come accennato, non tutti i trasferimenti di denaro dall’estero sono soggetti a tassazione. Un esempio tipico è rappresentato dalle donazioni tra parenti stretti che, entro certe soglie, sono esenti da imposta. Tuttavia, è sempre necessario che tali trasferimenti siano tracciabili e, in alcuni casi, comunicati all’autorità fiscale. In sostanza, il semplice trasferimento di denaro non è tassabile, ma può esserlo la sua origine, ovvero la fonte da cui proviene la somma ricevuta.

Immagine selezionata

Per quanto riguarda i redditi da lavoro svolto all’estero, la normativa italiana consente di detrarre le imposte eventualmente già pagate nel paese in cui il lavoro è stato effettuato, grazie alle convenzioni bilaterali stipulate tra l’Italia e numerosi altri stati. Questo meccanismo serve proprio a evitare la doppia imposizione, ossia il pagamento delle tasse due volte sullo stesso reddito.

Le pensioni estere, invece, rappresentano un caso particolare e sono disciplinate da regole specifiche. Alcune pensioni, come quelle derivanti da lavoro pubblico (ad esempio ex dipendenti statali), sono tassate esclusivamente nel paese che le eroga; altre, invece, sono soggette a tassazione anche in Italia. Tutto dipende dagli accordi bilaterali in vigore tra l’Italia e il paese di origine della pensione.

Il quadro RW e il monitoraggio fiscale

Chi possiede attività finanziarie o investimenti all’estero è tenuto a compilare il cosiddetto quadro RW nella dichiarazione dei redditi. Questo obbligo riguarda anche chi detiene conti correnti esteri, azioni, obbligazioni o partecipazioni in società straniere. Il quadro RW serve essenzialmente a dichiarare l’esistenza di tali attività finanziarie al fisco italiano.

Immagine selezionata

La mancata compilazione del quadro RW, quando dovuta, comporta sanzioni anche molto pesanti, persino se non sono stati prodotti redditi. L’obiettivo di questo adempimento è il monitoraggio fiscale e la prevenzione dell’evasione internazionale, motivo per cui è fondamentale adempiere correttamente a tale obbligo in presenza delle situazioni sopra descritte.

È importante sottolineare che anche i cosiddetti “conti dormienti” o non operativi devono essere dichiarati se superano determinate soglie durante l’anno. Particolare attenzione va riservata anche agli account online collegati a portafogli digitali, piattaforme di trading estere o criptovalute: l’Agenzia delle Entrate considera sempre più rilevanti queste attività e, se si detengono somme significative, sussiste l’obbligo di dichiarazione anche per queste tipologie di strumenti finanziari.

Le donazioni

Ricevere una somma di denaro, magari come regalo, da un parente residente all’estero non comporta automaticamente l’applicazione di imposte, ma è necessario prestare attenzione ai limiti e alle soglie previste dalla legge. Ad esempio, tra genitori e figli le donazioni sono esenti fino a un massimo di 1 milione di euro; oltre tale importo si applica un’imposta del 4%.

Immagine selezionata

Indipendentemente dall’importo, se la donazione supera i 10.000 euro o se si tratta di trasferimenti ricorrenti, è sempre consigliabile formalizzare l’operazione tramite un atto scritto, così da prevenire eventuali contestazioni in materia di antiriciclaggio. Le banche, infatti, sono tenute a segnalare movimenti sospetti e il Fisco può richiedere chiarimenti sulla natura della donazione anche a distanza di anni.

Nel caso di donazioni o aiuti economici provenienti da persone non legate da vincoli familiari, le soglie di esenzione sono più basse e l’imposizione fiscale più elevata. In queste circostanze è fondamentale documentare con precisione sia la provenienza del denaro sia la natura del trasferimento, per evitare problemi futuri con l’amministrazione finanziaria.

Lascia un commento